Recensione: "L'urlo e il sorriso" di Enrico Campofreda e Marina Monego

di Fabio Orrico

L'urlo e il sorrisoInteressante questo L’urlo e il sorriso, il bel libro d’esordio di Enrico Campofreda e Marina Monego. Innanzitutto per la sua struttura: un libro di racconti che, storia dopo storia, acquista l’organicità di un romanzo. E poi per l’argomento, per ciò che si prefigge di raccontare: l’italia negli anni del miracolo economico, filtrata attraverso gli occhi dei bambini. Sono loro, infatti, i testimoni scelti da Campofreda e Monego, per mostrarci l’epocale transizione, umana e storica, dalle campagne alle città. L’infanzia è protagonista assoluta de L’urlo e il sorriso e i registri passano da un lirismo crudo a un realismo senza sconti su cui però, entrambi gli autori, non rinunciano a posare una lingua cupamente fiabesca perchè, evidentemente, la storia, almeno per loro, è già diventata narrazione.
Da un lato il lazio, dall’altro il veneto. Nella cadenza dei racconti si alternano anche le notizie biografiche degli autori. Monego e Campofreda firmano separatamente i testi ma il loro lavoro testimonia una grande intelligenza di costruzione perchè non c’è cesura forte nè uno scarto troppo traumatico tra un racconto e l’altro. Si direbbe che siano riusciti ad armonizzare i loro stili, cosa di per sè niente affatto scontata.

L’urlo e il sorriso
di Enrico Campofreda e Marina Monego
Michele Di Salvo Editore

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